Inbound e outbound marketing – Quando parliamo di inbound e outbound marketing facciamo riferimento a due strategie di marketing ben distinte, opposte, rappresentative di due realtà decisamente diverse e legate a scenari distanti.
Nel primo caso l’outbound marketing si fa portavoce del marketing tradizionale.
Questo viene applicato per mezzo di una logica ‘push’, ossia che ‘spinge’ il pubblico nel visualizzare la pubblicità, forzandolo a interrompere l’attività che sta svolgendo.
Nel secondo caso, invece, l’inbound marketing è rappresentativo di una nuova forma di marketing, in grado di rispondere a una logica ‘pull’, ossia che attira il pubblico venendo incontro alle loro richieste e quindi facendosi trovare sulla base delle loro ricerche e richieste.
Inbound e outbound marketing: OUTBOUND
Come abbiamo detto, tra inbound e outbound marketing, è l’outbound marketing quella formula di applicazione del marketing che prevede una logica di interruzione, alla ricerca di una visibilità forzata e spinta.
In questo caso non c’è un vero e proprio target, infatti, non si creano formule ad hoc per un pubblico profilato, ma il contenuto cerca di essere quanto più universalmente valido.
Sono messaggi pubblicitari generalisti, che vogliono attirare l’attenzione generando rumore grazie al fatto che la pubblicità emerge durante la trasmissione di un contenuto in grado di attirare l’attenzione in maniera continuativa.
L’interruzione però non è così funzionale come si pensa, perchè l’interruzione del contenuto che il destinatario stava seguendo genera immediatamente un rifiuto, e questa irruzione fa scattare azioni di risposta negative e poco funzionali ai fini della pubblicità in termini di visibilità: si cambia canale, non si aprono le mail…
I mezzi che vengono utilizzati sono, infatti, sia media tradizionali quali la radio, la televisione, i giornali o le riviste, la corrispondenza, le insegne e le sponsorizzazioni ad eventi; sia i media digitali utilizzati in maniera tale da rispondere alle medesime logiche, quindi utilizzo di posta elettronica generalista, banner pubblicitari, pay-per-click e spam.
Un uso quindi principalmente commerciale, massiccio e invasivo, rischioso soprattutto nel contesto odierno in cui il pubblico è alla ricerca di contenuti sempre più custom e personalizzati.
Per queste ragioni la percentuale che si riuscirà a convertire sarà sempre minore, perché già in partenza cala il numero degli utenti disponibili ad ascoltare.
In queste dinamiche il vero obiettivo è cercare di trovare un canale sufficientemente seguito con il pubblico giusto.
Il problema alla base dell’outbound marketing è che si verrà sempre percepiti come elemento di disturbo, invasivo e fastidioso.
Per questo motivo sarà sempre più necessario farsi notare, altrimenti non si riuscirà a emergere: perciò la scelta di sacrificare il messaggio a favore di una trovata grafica accattivante, di una visualizzazione attrattiva che spinga i destinatari ad interessarsi al messaggio pubblicitario.
E da qui si comprende, anche, come l’outbound marketing punti su un’attrattiva sempre più difficile da soddisfare e mantenere, a discapito della creazione di valore.
Inbound e outbound marketing: INBOUND
Per rispondere a quest’ultima funzione, tra inbound e outbound marketing si presta sicuramente meglio l’inbound marketing.
In questo caso facciamo riferimento a una nuova tipologia di marketing che si riferisce, come anticipato in incipit, a una logica ‘pull’. Quindi non si cerca di intromettersi prepotentemente nell’attività del pubblico, ma si crea un’attrattiva utile per l’utente tale per cui sarà egli stesso a ricercare quel contenuto e ad usufruirne.
Innazitutto, per rendere il messaggio interessante e meritevole dell’attenzione del pubblico è necessario uno studio a priori del target di riferimento.
Una seconda caratteristica è da ritrovare poi proprio nella qualità: per quanto rimangano come fini ultimi il ROI e la conversione del pubblico in clienti, i messaggi presentano funzioni più educative ed istruttive, sono utili e coinvolgenti, pensati in un’ottica di arricchimento globale.
Emerge qui un diverso rapporto con il pubblico: se nell’outbound la comunicazione avviene in maniera verticale, dall’alto al basso, come se i destinatari fossero omogenei tra loro e senza un particolare interesse; nell’inbound c’è una maggior considerazione del pubblico.
L’attenzione ad esso emerge in primo luogo dal fatto che ad essere utilizzati sono canali per cui sono stati dati dei permessi di utilizzo da parte del target stesso.
Alcuni esempi sono la posta elettronica (basata però sull’iscrizione dell’utente alla newsletter), i social network, i blog e i webinar.
Grande attenzione è rivolta anche alle fasce orarie in cui vengono avviate le comunicazioni pubblicitarie, che rispettano i momenti liberi e di svago in cui il target è più propizio a dedicarci attenzione.
Ma nell’inbound marketing non cambiano solo le metodologie di distribuzione dei contenuti (dai canali ai momenti in cui li si pubblica), ma anche i contenuti stessi.
I messaggi si pongono, infatti, come delle risposte a ciò che potenzialmente il destinatario potrà ricercare in futuro e che potrebbe interessarli. Si cerca quindi di fornire informazioni che siano utili, anticipando le domande e i bisogni del proprio target. Per potenziare quest’effetto alcune tattiche impiegate sono il seo per Google, le strategie di landing page, content e blog strategy, che sfruttano il posizionamento di parole chiave strategiche. In questo modo si riuscirà a soddisfare i propri destinatari in modo preciso, educandoli e coinvolgendoli in una relazione più trasparente e aperta.
Valido sia per l’inbound e outbound marketing, al fine di sviluppare una strategia funzionale, è utile munirsi anche di una serie di strumenti di analisi e monitoraggio. Comprenderemo meglio quello che i nostri utenti apprezzano e correggeremo la campagna passo dopo passo.
Inbound e outbound marketing: fare la giusta scelta
Sarà qui importante iniziare a focalizzarsi su una logica qualitativa piuttosto che quantitativa. Grazie alle analisi fatte, è sempre più evidente che tra inbound e outbound marketing, è l’inbound marketing ad essere esponenzialmente più efficace.
Inbound e outbound marketing: adesso avete gli strumenti per analizzare quale forma, tra inbound e outbound marketing, si adatta meglio al vostro business. Sviluppare servizi di inbound marketing per le aziende è un’ottima alternativa ai canali tradizionali. Per realizzarli puoi rivolgerti a Business Competence, software house e media agency company in grado di supportarti nel realizzare progetti innovativi e su misura in base alle tue esigenze, grazie a più di 10 anni di esperienza in progetti per grandi aziende e start-up, che toccano competenze in servizi di digital marketing.