Nel post precedenti ( Iniziamo dall’Idea e Value Proposition ) ci siamo soffermati sui valori che la nostra applicazione può garantire ai futuri clienti, facendo focus su alcune caratteristiche che potrebbe/dovrebbe possedere. Prima però di avanzare oltre nel discorso sul profitto, una voce che merita altrettanta attenzione è quella dei costi. Riprendiamo un concetto già espresso: Valore percepito = Benefici ricevuti – Costi sostenuti
Partendo dalla stessa operazione introdotta nel primo capitolo, possiamo vedere come i costi siano una questione delicata che merita un’attenzione particolare e, per essere individuata e chiarita, richiede la definizione del Business Model da applicare. Anche se la nostra applicazione presenta un potenziale e possiamo intravederne il successo, infatti, per riuscire ad attuare il progetto serve un modello di business che la cali nella realtà concreta: grazie a questo è possibile analizzarne il valore, capire come potenziarlo al massimo e fare in modo che la propria app soddisfi il cliente su vari piani, come quello qualitativo o quello economico. Per fare questo studio del valore dunque, utilizzeremo il Business Model Canvas.
Servendosi di una comunicazione visiva, il Business Model Canvas mostra con immagini immediate e di facile comprensione le dimensioni da tenere in considerazione per sviluppare un corretto modello di business, andando a porre l’accento sia sul modo in cui l’azienda può costruire il valore dell’applicazione che sulle varie azioni necessarie ad accrescerlo. Nel dettaglio, il framework del Business Model Canavas suddivide e approfondisce un totale di nove fattori, nove parti che costituiscono e formano l’azienda:
1. CS (Customers Segment) – il destinatario dell’azienda, ossia il segmento di clienti;
2. VP (Value Proposition) – la proposta di valore interna al prodotto o al servizio alla base dell’offerta aziendale;
3. Ch (Channels) – i canali per contattare i clienti e distribuire i servizi/prodotti;
4. CR (Customer Relationships) – i clienti con i quali verranno strette le future relazioni;
5. R$ (Revenue Streams) – i flussi di incassi ricavati dalla vendita del prodotto/servizio aziendale;
6. KR (Key Resources) – le risorse chiave garantiscono il buon funzionamento dell’azienda;
7. KA (Key Activities) – le attività chiave grazie alle quali il modello di business aziendale può funzionare;
8. KP (Key Partnerships) – i partner chiave, che sono i futuri partner dell’azienda;
9. C$ (Cost Structure) – il costo di struttura necessario al sostenimento dell’impresa.
Questo modello, frutto dell’intuizione di Alexander Osterwalder, ha rivoluzionato il modo di rappresentare un Business Model, rendendo possibile a tutti la comprensione di elementi complessi che riguardano il funzionamento di un’intera azienda. Rispetto a molte schematizzazioni di vari modelli di business, il plus del Modello Canvas è che è riuscito a convogliare moltissimi framework all’interno di un solo modello, in maniera da sintetizzare e mostrare con efficacia le funzioni che fino a quel momento risultavano complesse da spiegare e da cogliere, con un risultato quasi rivoluzionario nella sua semplicità e chiarezza.
Alcuni Esempi Concreti
Di seguito due esempi del Business Model Canvas rispettivamente per Dogalize ( The best social network app for your dog ) e per Videoliked ( il primo motore di ricerca video di Facebook )
Ma iniziamo a Sviluppare una Mobile App?
( continua su Linkedin)